Abbiamo incontrato Luca Miani, socio fondatore di Audax Novabell, la squadra di calcio a 5 che da 10 anni affronta con passione il campionato CSI Modena. Dalle origini in una serata conviviale alla crescita come team unito, scopriamo i segreti dietro il successo e l’entusiasmo di questa straordinaria squadra. Restate sintonizzati per l’intervista completa!
Chi siete come squadra? (volete vincere o giocate per divertimento e birra post partita)
La squadra è nata dopo una bevuta post-partita, quindi si potrebbe dire che c’è stato da subito un battesimo chiaro… poi negli anni una cosa è arrivata dopo l’altra e la voglia di migliorarsi è diventata parte di noi, con tanto di allenamento una volta a settimana. Da una birra è nata un’avventura di dieci anni.
Com’è cominciata la vostra storia?
Eravamo in un campetto vicino a Saliceta San Giuliano, io e il mio “gruppo del calcetto della domenica”. A quei tempi avevo circa 20 anni e potevo concedermi ben due partite a settimana… un mio amico mi ha colto alla sprovvista e mi ha chiesto: “Noi ci troviamo sempre, ma perché non facciamo una squadra?”. Ci ho pensato su, alla partita successiva ho provato a sondare il terreno con altri amici di campo e ho capito che i numeri c’erano.
Qual è stata la difficoltà più grande che avete incontrato?
Dopo un anno, vedendo che i risultati scarseggiavano, ho temuto che tutto potesse finire subito, che potessimo demotivarci e abbandonare il progetto. Il primo anno abbiamo vinto una sola partita… l’ultima per di più a tavolino! Quella piccola vittoria ci ha spinto ad andare avanti, da lì in poi con un allenatore e un allenamento. L’organizzazione ci ha aiutato a essere più motivati e a ottenere qualche risultato.
Com’è cambiata la squadra in questi anni?
Inizialmente si è consolidato un gruppo di amici. Da lì è nata la serietà organizzativa e la voglia di alzare l’asticella. La cosa che apprezzo di più di noi è che non abbiamo mai chiuso le porte in faccia a nessuno. Chi faceva parte del gruppo e aveva bisogno o doveva allontanarsi dallo sport, lo abbiamo sempre sostenuto e aspettato. In questo modo siamo riusciti a migliorarci, trainandoci a vicenda con un sistema calcistico che nel tempo è diventato sempre più rodato.
Quali traguardi, sportivi e non, avete raggiunto in questi 10 anni?
Partendo dal presupposto che solo parte di noi ha un passato calcistico, penso che essere riusciti a andare avanti e crescere nel futsal sia stato il risultato più bello. Pensa che negli anni ho incontrato persone che mi chiedevano: “Oh, ma la squadra?” quindi sapevano che l’Audax era una squadra, ero orgoglioso di dirgli che sì, la squadra andava avanti. Poi sì, siamo arrivati ai playoff con un bellissimo terzo posto… allenarsi insieme e crescere, diventando squadra e “branco”, è stato bellissimo. Ognuno ha trasmesso agli altri qualcosa, anche dal punto di vista personale.
Meglio il pre-partita o il post?
Il post-partita è divino, non lo nego. Ma la birra è bello sudarsela sul campo. Ha un altro gusto se te la sei guadagnata.
Come festeggiate quando vincete?
Se perdiamo ma riusciamo ad applicare ciò che abbiamo provato in allenamento, ci diamo “una pacca sulla spalla”. Se vinciamo, allora abbiamo fatto il nostro dovere e quel che viene dopo va sempre comunque bene!
Le vostre mogli/compagne/partner sperano ogni estate che smettiate o sono ormai rassegnate alla vostra assenza il giovedì sera? (o la sera in cui giocate, qualunque sia)
La speranza di braccarci in casa per loro è sempre viva. Scherzi a parte, loro fanno parte della squadra in un certo senso. Si sono organizzate e vengono quasi sempre a tifare, anche in trasferta. Il gruppo “donne” viene al nostro seguito (alcune con tanto di figli!). In definitiva, si può dire che si sono rassegnate e ormai fanno le ultras. Questo per noi è un valore aggiunto.
Raccontateci la storia più divertente che vi è capitata sul campo
Ne racconto due. La prima riguarda Matteo, che nel fare un gol alla Robben è finito contro le pareti della palestra di Portile. Lo abbiamo raggiunto subito, preoccupati che si fosse fatto male, ma non abbiamo fatto in tempo a raggiungerlo che ha rialzato la testa e con voce stralunata ha chiesto: “Ma ho fatto gol?”. E l’altra riguarda il nostro presidente, che avendo perso palla in difesa si è ritrovato in qualche modo a quattro zampe e ha buttato fuori dal campo la palla con la mano. La faccia dell’arbitro che scuoteva imbarazzato la testa me la ricorderò per sempre.
Perché avete scelto di rimanere con il CSI per tutti questi anni? Che valore aggiunto hanno i campionati del Comitato?
Il campionato CSI è sinonimo di qualità. Non vengo dal calcio, ma sono arrivato al futsal grazie al CSI. Il livello è alto, lo si percepisce, e quindi si vive il calcio a 5 come una sfida. Questo ci ha fatto venire voglia di alzare l’asticella gradualmente e ci ha aiutato ad arrivare a questo bellissimo decimo anno.
Non ci resta che seguire le loro avventure nel prossimo campionato di calcio in partenza a brevissimo. Tutte le info le trovi QUI