La Pasqua dello Sportivo: “chi vince non sa cosa si perde”

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Sabato 10 aprile si è svolto il convegno on line dal titolo “Chi vince non sa cosa si perde” ispirato all’Enciclica laica del Papa sullo sport.

Il convegno organizzato dal Csi di Modena e dal Csi di Carpi, ha voluto rappresentare un segno di speranza tangibile per il mondo sportivo, un momento di riflessione sul futuro.

L’idea è nata perché da quando è iniziato questa situazione ma soprattutto in questi ultimi tempi si stanno vivendo momenti di grande prova e difficoltà, di grande sofferenza quotidiana. Persone del mondo sportivo che faticano a vedere una luce in fondo al tunnel: la distanza dagli atleti e il vedere i propri impianti disabitati crea un grande sconforto.
Insieme al comitato di Carpi volevamo dare a tutti un segno di speranza, un momento di riflessione sul futuro perché noi abbiamo anche questo compito: quello di riuscire a mantenere una testimonianza e un segno di speranza anche con azioni molto concrete.
Una di queste è proprio questo convegno perché, oltre alla riflessione di don Erio, vedrà anche alcune testimonianze di sportivi che stanno lasciando un segno attraverso le loro discipline.
La nostra intenzione è organizzare altre iniziative di questo tipo un po’ come incoraggiamento ad andare avanti e lavorare insieme.

Emanuela Maria Carta – presidentessa Csi Modena

Guarda il video integrale del convegno

È intervenuto don Erio Castellucci, vescovo della diocesi di Modena-Nonantola e Carpi, che ci ha ricordato come lo stare insieme, la salute, lo sport non si debbano più dare per scontato ma quanto siano un dono di cui non dimenticarsi mai e anzi, cogliere l’occasione per trasmeterlo anche ai giovani che, forse, più di tutti hanno sofferto questo periodo di distanziamento fisico e sociale.

Papa Francesco dice “chi vince non sa cosa si perde” una frase geniale che io voglio riferire non solo all’esperienza della gara ma all’esperienza di questo anno nel quale siamo immersi e dal quale usciremo, spero presto, con un certo senso di sconfitta perché credo che sia quello che ci stia accompagnando, non abbiamo proprio le ossa rotta, ma sentiamo sicuramente un certo senso di ammaccamento. Non tanto per noi ma per i ragazzi, per i giovani[…] L’adolescenza è un’età estroversa e guai se non fosse così! Noi quando vediamo un adolescente che se ne sta rintanato in casa, che non parla con nessuno, che si mette negli angoli, giustamente ci preoccupiamo. E adesso invece è più di un anno che costringiamo gli adolescenti a fare questo, non si poteva fare altro. Ma qual è l’impatto? E’ una grande ferita che lascerà delle cicatrici ma che può essere curata. […] Quello che ci da speranza è proprio questo: non c’è una ferita che non possa essere curata. E curare significa, nella misura del possibile, dare di nuovo la possibilità di una presenza fisica, corporea, di una presenza significativa che esprima affetti, bisogno di stare insieme, di fare squadra, di riscattare le sconfitte.
Quindi ci rendiamo conto attraverso questa sconfitta che la dimensione dello sport, dell’aria aperta dell’incontro della fisicità è una dimensione essenziale della persona. Lo sapevamo già e adesso lo diciamo con maggior senso di realtà. […]
In questo senso la frase del Papa ha anche una risonanza particolare “chi vince non sa cosa si perde”: adesso noi che abbiamo “perso” sostanzialmente un anno e mezzo sappiamo bene cosa abbiamo perso e quindi che cosa si vincerà quando potremo recuperare una vita sociale e anche un’attività sportiva piena.
[…] (Come educatori) non perderei l’occasione di aiutare (i ragazzi) a riscoprire il DONO di stare insieme, di giocare insieme, di gareggiare insieme. Il dono! Sarebbe un’occasione persa se facessimo finta che non sia successo niente, […] quasi cancellando o rimuovendo questo lungo periodo, invece come educatori e anche educatori allo sport possiamo aiutare i ragazzi a capire che dono è il potere stare insieme, correre insieme, giocare insieme, gareggiare insieme.
Forse non c’è nemmeno il bisogno di trovare tante parole perché sono loro stessi che lo dicono. […] Perché una delle cose che certamente abbiamo imparato in questo tempo è che non c’è nulla di scontato ma tutto è un dono, la vita, la salute, gli amici, gli abbracci, lo sport, la parrocchia, la scuola… tutto è dono.
Penso che lo sport abbia una funzione, ne ha tante lo sappiamo bene, di inclusione, di conoscenza, di sacrificio, ma ha una funzione di estrarre le risorse migliori che abbiamo dentro. Nello sport ognuno si misura con se stesso, negli sport di squadra si misura anche con gli altri ma si misura in senso positivo […] è obbligato a tirare fuori le risorse migliori che ha. […] Le persone che amano lo sport sono anche le persone che non solo vivono una disciplina all’interno di se stessi ma sanno anche estrarre il meglio e metterlo a disposizione.

Don Erio Castellucci – Vescovo della Diocesi di Modena-Nonantola e Carpi

Don Alessio Albertini, Assistente ecclesiastico Csi Nazionale, ci ha fatto riflettere su tre importanti verbi: rincuorare, addomesticare e ingioiare, azioni essenziali per “ricominciare”, per saper ridare speranza, fiducia e ritessere un tessuto sociale che si è sfaldato.

Credo che questo prezioso lavoro che fate sarà ancora più importante e decisivo nella fase della ripartenza. Una domanda fondamentale è “Quando”? Una data non la so dare […] ma posso dire questa cosa da cristiano: la risurrezione, la Pasqua che abbiamo appena celebrato ci fa dire che a un certo punto questo tempo finirà. Ma come avviene a Pasqua occorrerà qualcuno che saprà ridare speranza e fiducia. […] Lo sport avrà forse un ruolo decisivo, sarà il tempo in cui fare alleanze, mettersi insieme, fare squadra per ritessere un tessuto sociale che si è sfaldato e disgregato per fare crescere e maturare un umanesimo che si è spento che al di là di tutto rispetto ai tempi di un anno fa quando […] ci sostenevamo con un “andrà tutto bene” si è trasformato in un “non ce la facciamo più”.
Verrà un tempo in cui ricominceremo. “Ricominciare” è diverso che “cominciare” perché “cominciare” è partire da un punto zero e andare verso il futuro, e tutto quello che ci mettiamo dentro, certo magari potremo anche sbagliare, ma andrà bene, perché abbiamo come un foglio bianco davanti […] “Ricominciare” invece non è partire da zero, […] porta con se sulle sue spalle il fardello degli errori e dei dolori. Queste generazioni che verranno saranno segnate da una situazione che non erano abituate a vivere. […]
Vorrei lasciarvi 3 verbi che dovranno accompagnare la nostra azione educativa anche all’interno delle nostre parrocchie, della nostra Chiesa ma anche con tutte le associazioni con cui vorremmo collaborare e dire: “Noi siamo a disposizione perché ci crediamo”. Il primo verbo è RINCUORARE ridare il cuore, ridare il coraggio e per rincuorare occorre guardare avanti e guardare attorno. Guardare avanti per far capire che c’è futuro che c’è la possibilità di affrontare anche il rischio, […] ma insieme anche guardare attorno, non sentirti da solo, sentiti in una comunità più grande senti gli amici che ti sono mancati […] per non sentirsi da solo.
Il secondo […] è ADDOMESTICARE: […] ti do un indirizzo, delle regole, dei punti di riferimento perché tu capisca che in questa casa sei accolto e sei uno di noi, che puoi parlare di quello che vivi […] cercando una relazione equilibrata l’uno con l’altro e sentirsi a casa, addomesticare vuol dire ti dò una casa […]. E infine un verbo un po’ strano ma a cui tengo tanto: INGIOIARE cioè trasmettere gioia. […] Contagiare di amore di gioia e di passione. […] Se incontra soltanto dei tecnici, se incontra soltanto delle persone formatissime dal punto di vista tattico ma non proverà gioia, divertimento e questa libertà di essere lì, si stancherà molto prima dei tempi che abbiamo passato e perderà e lascerà un’occasione di crescere con la propria vita.

Don Alessio Albertini – Assistente ecclesiastico Csi Nazionale

Sono intervenuti, poi, alcuni campioni sportivi che hanno portato la loro testimonianza in merito ai tre temi fondamentali dell’enciclica: impegno e sacrificio, inclusione e riscatto, lealtà e spirito di gruppo.

Impegno e sacrificio
Rachele Barbieri
Campionessa mondiale di scratch, disciplina del ciclismo su pista
In preparazione per le Olimpiadi di Tokyo del 2021
CsiModena_PasquaDelloSportivo_2021_DANIELECASSIOLI
Inclusione e riscatto
Daniele Cassioli
Campione di sci nautico
Non vedente. Detiene il record del mondo in 3 discipline: slalom, figura e salto
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Lealtà e spirito di gruppo
Fabio Marabini
Presidente nazionale della Federazione Cricket Italiana.
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Lealtà e spirito di gruppo
Kelum Asanka Perera
atleta di livello internazionale e oggi segretario generale della Federazione Cricket Italiana

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